Elezioni Presidenziali in Iran: silenzio della stampa internazionale

Prigione a cielo aperto, in Iran…

Amici, soltanto fino a qualche mese fa temevamo lo scoppio di una terza guerra mondiale causata dagli attriti oggi più che mai esistenti tra Stati Uniti e Iran. E’ vero che negli ultimi tempi ci sono stati eventi meritevoli di notiziabilità come gli scontri di Istambul, gli attentati e le elezioni varie… Tuttavia considero perverso il tentativo (riuscito) di mettere una mano davanti agli occhi del mondo rispetto a una minaccia militare latente e ad una questione politico-sociale aberrante.

L’esempio più clamoroso lo abbiamo oggi, vigilia delle Elezioni Presidenziali. Vale a dire che in una manciata di ore verrà decretato il futuro del regime teocratico per i prossimi anni! Di fronte a questa notizia, come si pongono le grandi testate? Parliamo delle nostre. Basta constatare che il Corriere della Sera ha dedicato all’evento una ventina di righe, nella pagina degli esteri di oggi.

Per farvi un’idea della questione vi propongo una sintesi della notizia…

Domani verrà eletto il successore del presidente Mahmud Ahmadinejad giunto alla fine del suo secondo mandato, non più rinnovabile. Con la gestione del dossier nucleare nelle mani della Guida suprema Ali Khamenei, il compito del futuro presidente iraniano sarà soprattutto quello di intervenire su un’economia disastrata dagli effetti delle sanzioni e da grossi squilibri interni, oltre che sulla gestione di una società solo in minima parte allineata ai principi morali dell’Islam sciita. Tra i candidati in lizza ci sono almeno quattro esponenti conservatori, considerati vicini all’ayatollah Khamenei. Il negoziatore per il nucleare Said Jalili, 47 anni, è il rappresentante diretto di Khamenei nei negoziati per il nucleare iraniano. Mohammad Baqer Qalibaf, 51 anni, ex capo della polizia, è sindaco di Teheran da otto anni. Ali AkbarVelayati, 67 anni, per sedici anni ha ricoperto la carica di ministro degli Esteri prima di divenire consigliere per gli affari esteri di Khamenei. In ultimo, l’indipendente Mohsen Rezai, 58 anni, ex comandante dei Guardiani della rivoluzione (pasdaran) e segretario del potente Consiglio del discernimento.

Da segnalare è l’esclusione della candidatura da parte del Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione, massimo organo consultivo della Repubblica islamica, dell’ex presidente Rafsanjani, temuto dai conservatori per il possibile sostegno a movimenti di opposizione. E’ stato escluso dalla competizione elettorale ufficiosamente per motivi di età ma, secondo indiscrezioni di stampa, per evitare una sua sicura vittoria.

In buona sostanza, qualsiasi candidato si insedierà, il futuro del popolo iraniano è già stato deciso a tavolino attraverso un’“imposizione religiosa”.

Per i prossimi anni i cittadini iraniani vivranno nella stessa prigione a cielo aperto che hanno abitato praticamente da sempre.

Tutto sotto lo sguardo vigliacco delle superpotenze mondiali che sanno, ma preferiscono non vedere e, soprattutto, non divulgare…

P.s.

…In compenso, però, sappiamo che anche il calciatore Messi evade il fisco!

…Voglia di piangere.

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