“Regressione sociale”: il 28% dei giovani italiani vive ancora con i genitori

“Brunettone”

Amici, in genere considero “meta-realtà” ciò che apprendo dai giornali, una realtà per così dire un po’ distante da quella vera, contro cui ci scontriamo ogni giorno. La notizia (drammatica a mio avviso!), letta stamane durante la mia consueta rassegna stampa, non fa eccezione, riferendosi alla percentuale di 40enni ancora soggetti alla paghetta dei genitori. Il “Corriere della Sera” parla, inoltre, di un 28% di uomini e donne tra i 35 e i 40 anni costretto a vivere con mamma e papà.

La situazione peggiora se si fa riferimento ai “giovanissimi”, perché qui ad usufruire della paghetta è il 43% dei ragazzi tra i 25 e i 34 anni e l’89% di quelli compresi tra i 18 e i 24. Ancora, l'”aiutino” assume una continuità (anacronistica!) per più di un giovane su 4: il 27%, anche disponendo di un lavoro retribuito, non riesce farne a meno.

Ecco, alla luce di quanto vivo quotidianamente, considero tali numeri sottostimati. Il problema è assai più invasivo di quanto si creda o, in questo caso, legga… Almeno la metà delle persone che capita di incontrare nel corso della settimana convive con quest’aberrante condizione da cui, almeno fino ad una decina d’anni fa, il resto d’Europa era esclusa. Comunque, pur attenendoci alle cifre offerte dal più prestigioso quotidiano nazionale, il problema non solo resta drammatico ma porta con sè tante altre complicazioni di svariata natura; economica, tanto per dirne una…

Rialziamoci adesso, prima che gli effetti di questa situazione diventino irreversibili.    

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