Giovani: “Staffetta generazionale? Ci piace!”

Staffetta generazionale

Amici, non vorrei “cantar vittoria” troppo in fretta ma la partenza di questo nuovo Governo genera in me sensazioni positive. Il fatto che il neo Presidente del Consiglio appaia (ci auguriamo che lo sia davvero!) determinato a puntare la sua azione governativa sull’occupazione giovanile, sortisce nei nostri cuori un effetto così piacevolmente destabilizzante da ricordare quasi l’innamoramento post-adolescenziale…

Dal giorno del fatidico discorso presidenziale d’apertura il cielo è diventato terso, l’atmosfera nitida, l’aria respirabile… Nel profondo delle nostre coscienze si è riaccesa la speranza, come una centrale ad energia solare… Abbiamo di nuovo fiducia, siamo ancora in corsa, restiamo vivi.

Non sappiamo se tutto questo si rivelerà l’ennesima boutade. Non importa, vogliamo crederci.

Nello specifico, un provvedimento sembra creare uno spiraglio concreto a tante belle parole proferite: la “staffetta generazionale”… 

Ideato da Enrico Letta è stato presentato da Giorgio Santini, ex segretario aggiunto Cisl ora senatore del Pd. La formula è semplice: Entro cinque anni dalla pensione, un lavoratore anziano è tenuto ad accettare il contratto part time e uno stipendio inferiore, ma essendo impegnato meno ore rispetto a prima. Nel frattempo, la sua azienda assume un giovane a tempo indeterminato.

Pur stando in ufficio per meno tempo, il lavoratore non intaccherebbe la pensione futura: i suoi contributi sarebbero comunque pieni con la differenza pagata dallo Stato. L’anziano potrebbe poi chiedere un anticipo dell’assegno pensionistico, che nell’immediato limiterebbe il taglio dello stipendio, ma sarebbe poi scalato al momento della pensione vera e propria. Inoltre, potrebbe svolgere il ruolo di tutor della persona al di sotto dei 35 anni che l’azienda dovrebbe assumere in cambio.

Dal canto loro le imprese guardano il progetto con fiducia, in quanto avrebbero più dipendenti e risparmierebbero sul costo del lavoro. Anche la domanda interna potrebbe risentirne positivamente.

Tutto questo, naturalmente, ha un costo. Per pagare la differenza di contributi il disegno di legge mette sul piatto mezzo miliardo di euro l’anno. Basterebbero per 50 mila part time, portando quindi a 50 mila assunzioni.

…Ci piace!

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