“deGenerazione” per “incontrollabilmente io”

“deGenerazione” per “incontrollabilmente io”

Claudio Dominech è un giornalista, editore web, anchor man.

Claudio Dominech ha scritto un libro, quello riportato nel titolo del post.

DeGenerazione – Cronaca di una crisi sociale rivelata attraverso il disincanto dei giovani che, nonostante tutto, ci provano ancora…

Il volume, esile e ficcante, snello ma denso, è edito da Guida Editore.

Ha una prefazione di don Luigi Merola, prete sociale e di frontiera, che onora Claudio della sua amicizia e del suo sostengo nei progetti personali di Claudio, come la stessa prefazione può chiaramente testimoniare.

La faccia di Claudio è quella che vediamo in copertina, e, se abitiamo a Napoli, è quella che vediamo anche in svariati angoli “bene” della nostra città.

Claudio, classe 1981, ha già lavorato per numerose Tv locali e quotidiani come il Roma ed il Denaro, per Sky e, perfino, per il Leviatano (come efficacemente disse qualcuno), e per la sua più grande produzione.

Alcuni anni fa, credo nel 2009, ha curato i report delle regie periferiche del GF.

Inoltre, il suo libro, pur essendo edito da una casa editrice locale, sta avendo buona distribuzione ed ottimi risultati in termini di vendita, per il profilo saggistico-giornalistico, per il tema non certo piacevolissimo da affrontare, per la giovane età dell’autore e, soprattutto, vista la considerazione che è la sua opera prima.

il volume è stato presentato in La Feltrinelli Napoli recentemente con un discreto successo e verrà, nuovamente, riattualizzato (in sé e per sé è uscito alcune settimane fa) presso la Fondazione ‘A Voce ‘E Criature di Don Luigi Merolla, il prossimo 10 giugno.

Bene, ne desumiamo che Claudio Dominech, racconti ciò che non sa, perché lui che fa parte della classe ’80, ha dimostrato con la sua professionalità che emergere si può e che solo i bamboccioni non spiccano il volo.

Perché Claudio che è giornalista professionista da tanti anni, è miliardario in euro, con tutto il successo che ha e l’impegno che vi profonde.

Claudio Dominech è un caro amico personale, per questo, mi duole dichiararvi che no, Claudio nonostante la sua professionalità, e i suoi cospicui anni di lavoro e la sua variegata e, per certi versi prestigiosa carriera, no, non è miliardario.

Non gira in porsche e vestito di cashimire con dettagli eccentrici come ogni preteso intellettuale di successo italiano.

No.

Non voglio fargli i conti in tasca, ci mancherebbe altro, e stiano sereni le varie personalità politiche ambo correnti che negli anni si sono succedute a dare lezione ai giovani figli degli altri.

Mentre i loro erano nella dirigenza di qualche controllata statale.

Claudio Dominech non è certo un bamboccione ed è da quel dì che si mantiene da solo.

E a mammà e papà non chiede niente.

Anche perché forse oggi imprenditori di successo devono prima pensare ai dipendenti (quelli che ancora riescono a mantenere) e poi alla famiglia, soprattutto se i figli sono tre.

Claudio vive come può e può tanto, quello che è se lo fa bastare e, di certo, il decoro è più che soddisfatto, ma…

Non vorrei parafrasare Antonio Menna, eppure…

Se Claudio Dominech fosse nato negli Stati Uniti, o anche solo in Svezia, in Inghilterra?

Beh… la storia non è fatta di se e ma.

E, in verità, la mia consolatoria opinione in questi casi è sempre la stessa: quando un figlio di Napoli paga la scelta di rimanervi con lo scotto di non ottenere quello che altrove gli sarebbe regalato e offerto, è proprio allora che dimostra che, se non fosse nato e restato a Napoli, non sarebbe diventato umanamente quello che è.

I figli della luce di Napoli, sono angeli dalla faccia sporca, sono i Briganti di tanti anni fa, i Masanielli oltraggiati nello stesso giorno dei loro Osanna, sono poveri Cristi, travestiti da poveri diavoli.

Sono l’anima viva di questa città che putresce tra mille luci e troppe odiose ombre.

Che si chiamano incompetenza, indifferenza, immoralità, inequizia.

Quelle che Claudio Dominech non conosce e non conoscerà mai.

Un giorno, tantissimi anni fa Claudio mi disse “Quando pensi che non ce la stai facendo, in qualsiasi campo, pensa a me e sorridi, perché io e te ce la faremo”

Beh, caro Claudiano, tu ce la hai fatta, probabilmente il giorno che hai rotto le tue catene di schiavitù (quelle con cui nasce ogni dannato e benedetto essere vivente).

Un giorno lontano, a giudicare dove sei arrivato già.

Ma io ti dico, nella mia verità, che Tu sei figlio di Napoli e di questo squallido paese chiamato Italia.

Il più bello e desolante del mondo.

Se tu fossi nato negli Stati Uniti, forse saresti più ricco, ma infinitamente più deGenerato.

Best wishes.

 

Daniela B. Persico

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