“deGenerazione”, il libro di Claudio Dominech che esorta i giovani a non mollare

Copertina di deGenerazione 

Si apre con una dedica al Santo Padre, contiene una prefazione che è una benedizione e porta la firma di don Luigi Merola, ed è rivolto a quella fascia di giovani tenaci e appassionati che continuano a provarci, nonostante le difficoltà di questo momento storico.

S’intitola deGenerazione ed è il libro del giornalista e blogger Claudio Dominech. Sviluppato in 120 pagine, è uno sguardo delle nuove generazioni rivolto ai temi più caldi degli ultimi tempi. Alla strenua ricerca della verità, l’opera descrive la stagione che stiamo vivendo attraverso l’analisi di quelle tematiche che decidono inevitabilmente per la vita di tutti, partendo dai fatti dell’attualità. Il sociale, l’occupazione e la spiritualità rappresentano i paradigmi dentro i quali l’autore si muove per raccontare cosa si cela dietro certe realtà, suggerendo, di volta in volta, idee destinate al cambiamento di quelle in questione. Obiettivo dell’autore è certamente quello di fornire imput significativi tesi a trasformare queste realtà dal basso.

Sviscerati con critica graffiante, gli argomenti vengono affrontati in un’ottica alternativa e trasversale rispetto ai canoni usuali del giornalismo e della scrittura in genere e sono volti a stimolare una riflessione edificante nel lettore.

deGenerazione sigla l’esordio del giornalista partenopeo (di recente volto televisivo di Tv2000 e in passato collaboratore di SkyTg24, Mediaset e diverse emittenti locali) come scrittore. Da tempo attivo nel sociale attraverso il suo blog Obiettivo Giovani (www.claudiodominech.com) e la testata giornalistica che dirige, OutNoW (www.outnow.it), è stato definito dal presidente della Fondazione A voce ‘de creature “un giovane che parla ai giovani”.

 “I ragazzi sono stati abbandonati a quello che, a detta degli esperti, è il momento più difficile dal dopoguerra. La grande crisi imperversa inesorabile e fa paura – sostiene l’autore. Una crisi sociale, prima che economica, insediatasi veemente e senza alcun preavviso tra le maglie già irrigidite del tessuto sociale che abitiamo. Un mostro che avanza incontrastato, fagocitando non più soltanto le azioni ma le nostre menti. Insoddisfazione, demoralizzazione, inerzia – continua lo scrittore – sono, ahinoi, sensazioni troppo familiari, radicate nella vita di ognuno alla stregua di una malattia rara. Ebbene, in uno scenario a tinte fosche come quello prefigurato, abbiamo una sola possibilità di venirne a capo: guardare questo mostro negli occhi e affrontarlo. Per sconfiggerlo, però, è necessario stravolgere gli schemi, dal basso, promuovendo azioni lucide e incisive, e canalizzando tutte le energie verso quelli che sono gli obiettivi primi. Ma dobbiamo farlo con flessibilità e intelligenza, considerando quelle che sono le necessità attuali della società che ci ospita e lottando per il rispetto delle nostre.

In maniera miope, i giovani continuano a essere additati come irresponsabili, scellerati e negligenti. Oggi scopriamo che le cose stanno diversamente e che la scintilla, causa della crisi che conosciamo, è stata provocata da chi ci ha preceduti. In circolazione – conclude Claudio Dominech – c’è una fetta di questi ragazzi che non ci sta più a subire, che vuole reagire, subito. Ha già iniziato a farlo, con parole, molte, e gesti, ancora pochi. A tal proposito, è illuminante l’amico Luigi quando afferma che “bisogna fare buon uso degli occhi e della bocca”. Ebbene, è necessario farlo adesso, perché il futuro è già arrivato e noi siamo stanchi di esistere. Vogliamo iniziare a vivere”.

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