Parte il programma europeo: “Garanzie per i giovani”. Il “nuovo inizio” non è il nostro

Contemporaneità

Amici, il discorso di ieri del Presidente del Consiglio alla Camera, reso in occasione del voto di fiducia per il suo Governo, ha da un lato rimarcato intenzioni positive e dall’altro sottolineato quanto esse restino mero materiale per filosofi rampanti.

Letta ha posto l’attenzione su sei punti in particolare: la legge elettorale, i costi della politica, gli obiettivi del semestre europeo per famiglie e imprese, l’ambiente, le privatizzazioni, ma soprattutto il lavoro giovanile. È su quest’ultimo che vorrei focalizzare l’attenzione, iniziando a spiegarlo in breve.

Dal primo gennaio parte il programma europeo “Garanzie per i giovani” che mette a disposizione dell’Italia 1,5 miliardi di euro tra il 2014 e il 2015, per assicurare ai giovani compresi fra i 15 e i 24 anni un’offerta di lavoro, apprendistato o tirocinio entro quattro mesi dalla fine del percorso scolastico o dalla perdita di una precedente occupazione. Inutile aggiungere che il piano è ancora in corso di lavorazione da parte della commissione abilitata…

Ebbene, al di là che la cifra non mi pare così generosa, considerando la mole di disoccupati giovani presenti del nostro paese, non era già stato vagliato dall’inizio di questa legislatura un piano per noi? Che fine hanno fatto quei bei propositi avanzati già durante la campagna elettorale da Letta? E poi, i giovani dai 24 in su, li facciamo andare già in pensione?

A questo punto mi chiedo se questi gerontocrati che ci governano, hanno compreso che i tempi sono cambiati e con essi anche il concetto di giovinezza? Ricordiamogli che l’idea del 24enne con un lavoro e una condizione economica stabile e tre figli a carico è oggi utopia (ammesso che un tempo la situazione fosse molto diversa…).

In conclusione, del discorso di ieri non resta nulla, se non, appunto, un discorso.

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