“Terzo mondo”, iniziamo a considerarlo come il nostro se non vogliamo sentirci degli assassini

“Picchi” bambino adottato a distanza

Amici, stamane appena sveglio, mi è capitato di fissare una foto che ieri avevo riposto sul comodino accanto al mio letto… Ritrae Picchi (il nome è di fantasia), il bambino che da 5 anni adotto a distanza. L’espressione del suo viso, la postura, i suoi occhi ingenui come ogni bambino della sua età ma, allo stesso modo, sofferenti come un anziano signore vissuto a cavallo di due guerre mondiali, sono state l’alimento fondante della riflessione che intendo condivider con voi…

Troppo spesso poniamo la nostra attenzione su problematiche che ci riguardano più da vicino e, solo di rado, ci concentriamo su altre troppo distanti da noi.

Così, oggi desidero volgere lo sguardo fuori dai nostri confini comunitari, per capire, per conoscere e forse anche per compiere un viaggio diverso, il più avventuroso, verso luoghi inesplorati… quello dentro noi stessi, allo scopo immergerci in un mondo che a noi sembra tanto diverso ma che è lo stesso che abitiamo…

…In Africa, dove quest’anno Sehonghong (Lesotho) è stata colpita da una grave siccità, che ha decimato il raccolto, rendendo estremamente difficile l’approvvigionamento di cibo per 1900 famiglie della regione.

Nelle famiglie di Sehonghong le questioni legate alla sessualità restano un tabù. La mancanza di un’adeguata educazione sessuale espone le ragazze al rischio di violenza, malattie sessualmente trasmissibili, matrimoni e gravidanze in età adolescenziale, come dimostrano i dati: il 3% delle studentesse ogni anno abbandona la scuola a seguito di una gravidanza.

La scarsa trasparenza ed efficienza negli uffici pubblici rappresenta uno dei maggiori problemi che devono affrontare le famiglie di Sehonghong per poter accedere ai servizi di cui hanno diritto. I contatti e i confronti tra gli uffici e i cittadini sono molto rari, e questo impedisce il miglioramento dei servizi.

A Sehonghong le donne vivono discriminate, non conoscono le leggi che le tutelano e per questo non denunciano le violenze fisiche e psicologiche che subiscono.

…Sono solo alcune sintetiche notizie che riguardano un mondo, il nostro, che ancora ci riguarda e che dovremmo considerare come “il nostro giardino di casa”. Ma tutto questo non accade…

Se ogni giorno da una parte del mondo c’è morte, significa che dall’altra c’è chi la semina…

Noi.

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