Festival di Sanremo ’13 = “Che tempo che fa” in versione nazional-popolare

Fazio e Littizzetto per Sanremo 2013

Amici, oggi avevo intenzione di dare un po’ di colore e leggerezza alle nostre pagine commentando la conferenza stampa di presentazione del Festival di Sanremo ma, ahimé, tocca deludervi. Se gli altri anni questo fenomeno musicale (o per meglio dire politico/imprenditoriale) in salsa italiano è stato sinonimo di retorica politicizzata, quest’anno lo sarà ancor di più, considerando che siamo ormai a una manciata di giorni dalle Elezioni Politiche. 

Per convincersi di questo basta osservare i conduttori, parliamo di Fabio Fazio e Luciana Litizzetto. La coppia che, per antonomasia “dà la caccia a Berlusconi” come una ragione di vita professionale. A questo proposito sarei estremamente curioso di vedere cosa si inventeranno (loro come tanti altri noti!), ma soprattutto se riusciranno ad inventarsi qualcosa finito il Cavaliere, ma questa è un’altra storia. Annunciano di voler “tranquillizare” (più che “aizzare”), nel rispetto della par condicio. Io invece credo che ci troveremo ancora una volta di fronte al subdolo, squallido ed anacronistico spettacolo di velate e manifeste illazioni nei confronti del Grande Assente. Con tutta probabilità non ci verrà proposto altro che una nuova puntata di “Che tempo che fa” in versione nazional-popolare.    

In corso di conferenza, Fazio mostra il volto rassicurante dell’appuntamento canterino, promettendo un Sanremo liturgico e rispettoso del suo pedigree. Forse è anche per questo che nella serata dedicata alla storia del Festival ci sarà anche Pippo Baudo, il Gran Sacerdote del rito rivierasco. Scorrendo la lista degli ospiti, pare che l’intento di Fabio Fazio sia proprio una minuziosa miscela di vecchio e nuovo, di tradizione e innovazione: da Toto Cutugno a Daniel Baremboin, dai Ricchi e Poveri a Caetano Veloso, è tutto un giro sulle montagne russe dell’alto e del basso, del radical chic e del nazionalpopolare. Anche Luciana Littizzetto, al fianco di Fazio all’Ariston, punta subito a rasserenare gli animi di chi temeva la sua presenza a meno di due settimane dalle elezioni: “Farò ridere nel rispetto della par condicio”. Una puntualizzazione che in bocca a un comico fa un po’ tristezza, ma i tempi sono quelli che sono. E allora si adegua anche lei, volente o nolente.

Anche l’aspetto dirigenzial-televisivo conta: si tratta del primo banco di prova per il nuovo direttore di RaiUno, Giancarlo Leone, che a quanto pare vuole rompere con il recente passato al cloroformio della rete ammiraglia. In conferenza stampa, il neodirettore è stato chiarissimo: “RaiUno ha bisogno di una scossa ed è per questo motivo che ho voluto Fabio Fazio. La rete va bene in termini di ascolti, ma l’età media del pubblico è di 60,4 anni, c’è bisogno di innesti importanti”. 

Perché invece di “tranquillizzare” non propongono un Sanremo all’insegna del “riflettere”: sui giovani, su cosa c’è da fare per loro, su nuove proposte. Anche divertendoci, ridicolizzandoci, anche in una versione nazional-popolare. “Purché se ne parli”. 

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