“Manifestazioni” elettorali

Amici, percorrendo le strade della vostra città avrete notato che alle mura metropolitane non è affisso altro che materiale propagandistico. E fin qui tutto naturale, considerando che solo 37 giorni ci separano dalle Elezioni Politiche 2013. Dal mio punto di vista, ciò che desta curiosità è la modalità attraverso la quale sono stati studiati i manifesti esposti.

Quando pensiamo ad un cartellone di questo tipo in Italia, immaginiamo il mezzobusto del politico di turno in sovrappeso che sorride a 32 denti per dare un’idea di benessere al suo potenziale elettore (senza considerare che, da un punto di vista iconografico, l’unica cosa che può comunicare un’idea simile è la sua stazza, come peraltro avveniva a cavallo tra i due conflitti mondiali). Uno slogan populista nauseante e fastidiosamente ridondante al quale neanche la buonanima di Alice (quella del Paese delle Meraviglie) potrebbe dar credito. Infine un simbolo, appartenente al partito associato. Insomma, questo immaginavamo fino a qualche decennio fa, dunque parliamo di un periodo non ancora investito dall’avvento dei social network, dalla grafica iperavanzata o dalle magie prodotte dal fenomenale Photoshop, per fare qualche esempio.

Oggi, assistiamo al medesimo sterile, folkloristico spettacolo di protagonismo coercitivo e unidirezionale che non produce alcun effetto sul popolo (se non quello di una sconsiderata riluttanza), anzi al contrario, conferma quanto siamo rimasti a quell’immagine comunicazionale fin qui descritta.

Analizziamo attentamente, però, le immagini che ho pubblicato in questo post. (…Tranquilli, miei cari super rispettosi della Par Condicio, ho pubblicato quattro manifesti di cui due fanno capo a uno schieramento e due ad un altro, concentrandomi sui maggiori competitors in lizza! …PdL e PD). Dicevo, un aspetto innovativo c’è, ma ancora non reisco a spiegarmelo e vorrei confrontarmi con voi… Parlo dell’espressione del volto del soggetto immortalato. A quanto pare i responsabili della comunicazione politica non puntano più all’immagine plastica radicata nell’immaginario collettivo bensì su di un’altra distratta, umana, tratta da una scena qualunque del quotidiano. Nella fattispecie la Meloni si mostra semisorridente in un studio televisivo mentre ascolta l’interlocutore di turno. Vendola, invece, appare compiaciuto mentre applaude ed indossa una sciarpetta da domenica pomeriggio che a tutto rimanda fuorché a un’idea di professionalità.

Secondo voi cosa vogliono comunicare? Si tratta di pura immedesimazione col pubblico elettore? O  semplicemente di mediare un’idea di semplicità? Hanno deciso comunemente di non pagare il fotografo? Cosa sennò?…

Un fatto è certo, non abbiamo le idee ben chiare, anzi dire che le abbiamo proprio confuse e soprattutto questi non ci hanno comunicato assolutamente nulla…

 

 

 

 

 

 

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