“Affittasi stanza”: ennesimo sintomo di povertà incombente

Amici, oggi per arrivare alla fine della terza (non quarta!) settimana ci inventiamo di tutto. Secondi lavori, a volte anche terzi (e per lavoro intendo quelli sporadici, occasionali, “di stramacchio” per capirci), vendiamo beni di cui possiamo fare a meno o ci possiamo privare come un’auto o un ciclomotore, oppure semplicemente adottiamo la soluzione più antica del mondo, il prestito (incappando in un altro problema: il debito!). Insomma, qualsiasi cosa pur di restare a galla.

Il fenomeno si riferisce soprattutto al mercato degli immobili, nel quale se si ha la fortuna di possederne uno, anche di piccole dimensioni, lo si vende (oggi si svende) o, più frequentemente, si fitta al miglior  richiedente. Anche singoli scomparti dell’immobile sono soggetti al fitto, parlo di quelle stanze della casa che tocca poi condividere con il “perfetto sconosciuto” di turno. Un calcio alla privacy, necessario se ci si trova in una condizione di semi indigenza.

Fin qui tutto già visto. Ma quando, però, tale casualità diviene consuetudine direi che inizia a suonare il campanello d’allarme…   

E’ segnalato da Immobiliare.it, sito di annunci del settore. Le famiglie che decidono di affittare una parte della casa in cui vivono sono in aumento del 14% rispetto ad un anno fa, del 26,5% se estendiamo il confronto agli ultimi due anni. Prendendo in considerazione le città di Roma e Milano, il sito riporta 8000 annunci di appartamenti in affitto e 300 stanze offerte in condivisione. Oggi si tende a fittare la stanza lasciata vuota dal figlio sposato allo scopo di arrotondare e, perché no, addolcire la “sindrome del nido vuoto”. In confronto a una stanza affittata in modo tradizionale, cioè con altre persone ma senza il padrone di casa dentro, si risparmiano tra i 50 e i 75 euro al mese. Senza considerare la flessibilità di una formula del genere che può essere utilizzata anche per poche settimane. E che nella maggior parte dei casi prevede un accordo in nero: Immobiliare. it denuncia una volta su due.

La stessa tendenza si riferisce anche agli uffici. Il calo del giro d’affari può portare alla riduzione del personale e quindi ad avere delle stanze libere. Per questa categoria l’offerta di affitti parziali è più che raddoppiata nell’ultimo anno. L’avvocato o l’imprenditore cedono un pezzo dello studio o dell’ufficio ad un prezzo più conveniente rispetto a quello tradizionale. 

Cos’è questo se non l’ennesimo, preoccupante effetto di una “nuova povertà” ormai alle porte?

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