Stage remunerati: sul serio una buona notizia?

Amici di Obiettivo Giovani ben ritrovati,

La notizia che oggi ha urtato la mia sensibilità riguarda lo stage, da noi il tirocinio. Quel “collante” tra studio e lavoro che dovrebbe agevolare l’ingresso dei giovani nel mondo delle professioni. Subito un’annotazione: anche in questo facciamo la differenza rispetto al resto del mondo, per il modo di svolgerli ma soprattutto per “la” caratteristica: la remunerazione. In Italia, una volte su due, o più precisamente nel 52,4% dei casi infatti, lo stage non prevede alcuna forma di guadagno né tantomeno di rimborso spese, come indica l’ultimo studio dell’Isfol (Istituto per lo sviluppo della formazione dei lavoratori) e la “Repubblica degli stagisti” (una rivista on line specializzata nell’argomento).

Adesso, però, pare che le cose stiano prendendo una piega differente…

Pochi giorni fa, il ministero del Welfare ha definito una bozza che è stata discussa dalla commissione Lavoro della Conferenza delle Regioni. In sostanza si disporrebbe una soglia minima di 400 euro lordi al mese per ogni stagista. Non siamo al cospetto di una rivoluzione epocale “ma almeno è qualcosa” considerata la situazione descritta poc’anzi.

Le linee guida prevedono anche limiti di tempo. Il tirocinio standard non potrà durare più di sei mesi; quello di reinserimento, riservato a disoccupati e cassaintegrati, non più di un anno; quello riservato ai disabili, invece, non più di due anni. Tutti limiti non prorogabili. Non sarà possibile fare più di uno stage presso lo stesso datore di lavoro e ci sarà anche un tetto al numero di stagisti a seconda delle dimensioni dell’azienda; de facto al massimo uno stagista per le aziende fino a cinque dipendenti e così via a salire. Mentre le imprese senza dipendenti potranno avere tirocinanti solo se appartengono al settore dell’artigianato artistico. Su  questo punto, però, c’è ancora da lavorarci. Un paio di particolari interessanti: le nuove regole non vedranno la luce a breve termine e da questo momento in avanti la mano passerà alle Regioni che dovranno trasformare la bozza in legge.

Che dire? Si tratta certamente di una buona notizia, ma su due punti resto scettico: si tratta dell’ennesimo buon proposito per l’anno nuovo che si tradurrà in una mastodontica bufala? Se così non fosse, lo stage remunerato servirà davvero ad inserire i nostri ragazzi nel mondo del lavoro, o gli regalerà un semplice “contentino” da spendere per un week da sballo?

Noi siamo ottimisti, perciò stiamo a vedere che succede…

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