Una “Manna dal nostro tetto”. Storia di un’imprenditrice giovane

“Manna dal nostro tetto”

Amici, ogni tanto si sentono storie positive, di giovani che trascendono, fantasticando all’inizio, poi riflettendo e alla fine inventano nuovi mestieri o approcciando in maniera diversa, trasversale a quelli già esistenti. Sfatando tanti luoghi comuni, invertendo la rotta, evadendo da quella gabbia di conformismo costruita a posta per noi, per controllarci, per dominarci dall’alto…

E’ il caso di Federica Marra, una giovane che nell’università italiana ha trascorso tre anni, alla facoltà di mediazione linguistica e culturale. Da lì si è trasferita a Leiden, in Olanda. Ha scelto la piccola città a trenta chilometri da Amsterdam per completare gli studi e scrivere la tesi. E’ stata un anno in Giappone e lì è ha trovato l’idea che l’ha portata a concepire il progetto premiato: un ostello con l’orto sul terrazzo, un progetto che mette insieme sostenibilità, educazione al consumo di cibo consapevole e occupazione giovanile. “Mi è capitato di leggere tanti articoli in cui si diceva che l’agricoltura ha bisogno di nuove persone e i giovani hanno bisogno di lavoro. Oggi l’agricoltura è un settore pieno di risorse, legato alla produzione e all’utilizzo consapevole del cibo. È un campo dove vedo un futuro, io lo farei, andrei a coltivare la terra, anche domani”.

Il più grande regalo che le ha fatto l’Italia è il premio vinto lo scorso novembre al concorso YES! Young Earth Solutions, creato dal Barilla Center for Food and Nutrition. Il suo progetto, intitolato “Manna dal nostro tetto”, prevede la creazione di spazi urbani dove i giovani partecipano attivamente alla coltivazione, conservazione, preparazione di prodotti alimentari locali da vendere poi nei mercati cittadini o sul web. L’idea di questi ostelli con l’orto sul tetto Federica Marra l’ha presa dalla sua esperienza quotidiana.

“Ero all’università con i miei amici e colleghi, tutti disperati perché studiavamo cose astratte e teorie accademiche che non sapevamo a cosa ci sarebbero servite dopo la laurea. Ci siamo detti: “Se non ci va bene andiamo a coltivare la terra”. E così è stato…

Una buona novella dal nostro pianeta…

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