Cina: “Esecuzione di Stato”. Aborto forzato a 7 mesi per la legge sul figlio unico

Bimbo cinese “istituzionalmente ammazzato” a 7 mesi

Amici, di storie raccapriccianti se ne sente parlare ogni giorni e un po’ ci abbiamo fatto il callo. Ma, a volte, alcune trascendono qualsiasi canone umanitario, destabilizzandoci nel profondo, seminando terrore a tutti i livelli, inducendoci a pensare che tutto, ma davvero tutto, sia possibile a questo mondo.

L’episodio in questione è avvenuto dall’altra parte dell’emisfero, in Cina, ma è stato avvertito con veemenza in ogni angolo del pianeta come un pugno nello stomaco. Leggete con me…

La gravidanza procedeva bene ma era illegale. Ami (il nome è di fantasia), 33 anni, e suo marito avevano già un figlio e in Cina è proibito averne di più. Però lei era rimasta incinta inaspettatamente e la coppia aveva sperato che il fatto passasse inosservato. Ma non è andata così… La spiata di un vicino, adeguatamente ricompensata dallo Stato, ha messo in moto gli ufficiali della pianificazione familiare della provincia orientale dell’Anhui. Per salvare il bambino Ami e suo marito avrebbero dovuto pagare una multa di 3000 €, troppo salata per i coniugi. Così, venerdì scorso per ordine delle autorità il feto è stato abortito con un’iniezione letale. Ami era al settimo mese e il bambino ormai totalmente formato, probabilmente sarebbe già stato in grado di sopravvivere fuori dal ventre materno.

Il padre disperato per protesta ha scattato una foto del cadavere e l’ha postata su Internet “Penso che se abbiamo violato la quota sulle nascite le autorità avrebbero dovuto prendersela con noi che siamo adulti e non con un neonato innocente. Così hanno messo fine alla sua vita!”.

Immediatamente l’immagine della creatura morta ha fatto il giro del mondo, suscitando lo sdegno e l’orrore per una legge che in 40 anni ha prodotto più di 300 milioni di aborti.

Nonostante le numerose campagne contro gli aborti forzati il fenomeno , in Cina, ancora molto diffuso. La “politica del figlio unico” è stata imposta in Cina nel 1980 per evitare l’esplosione della bomba demografica ma le famiglie numerose erano scoraggiate già dal 1971. Da allora ad oggi i medici cinesi hanno praticato 336 milioni di aborti e hanno sterilizzato 196 milioni di uomini e donne. La legge ha causato anche uno squilibrio di genere: i maschi sono 34 milioni più delle femmine, perché quando una coppia scopre di aspettare una bambina, sapendo che poi non potrà avere un altro bimbo, spesso ricorre a un aborto selettivo. Chi infrange la legge è punito con una multe salate che variano a seconda della zona a Pechino si può arrivare fino a 300 mila yuan (35 mila euro). Ci sono dei genitori che non potendo pagare nascondono il piccolo, non lo registrano condannandolo a una vita clandestina.

Negli ultimi tempi l’”Agenzia per lo sviluppo economico” ha raccomandato un allentamento della politica: entro il 2015 dovrebbe essere consentito a tutte le coppie di avere un secondo figlio.

…non si tratta di aborto ma di omicidio, “istituzionale”…

Il mondo non faccia orecchie da mercante e prenda posizione, adesso!

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