Fitto elevato, spese esorbitanti e stipendio inadeguato. E’ la storia di tutti noi…

Crisi antropologica

Amici, la notizia che sto per commentare oggi mi sembra, a (in)giusta ragione, messa in secondo piano rispetto ad altre e certamente viaggia di pari passo con la perdita della ricchezza (sarebbe più indicato osservare, l’inizio della “nuova povertà”) in Italia, tra le nuove generazioni. Mi riferisco alla “crisi del mattone” e alla consequenziale flessione delle vendite d’immobili. Ma in rapporto ai prezzi di mercato dei fitti…

Iniziamo con l’osservare alcuni dati. Alla fine del 2012 il mercato immobiliare si è ridotto quasi di un terzo: le vendite sono crollate del 29,6% nell’ultimo trimestre dell’anno, come mai era accaduto dall’inizio delle serie storiche, cominciate nel 2004. Se si guarda al numero di case passate di mano durante il 2012, emerge come la cifra sia la più bassa dal 1985.

In parallelo, sono saliti anche i tassi d’interesse e la rata iniziale del mutuo ormai supera in media i 700 euro. Comprare una casa assomiglia sempre più a un miraggio: il mercato si è prosciugato con la spesa per l’acquisto di un’abitazione in calo del 26%.

…Questa la situazione sotto il profilo delle vendite.

Se ci spostiamo sul versante dei fitti, però, notiamo quanto incongruo sia il rapporto tra il valore reale degli immobili e il loro prezzo d’offerta, soprattutto se messo in rapporto alla “nuova povertà” dei cittadini. Prendiamo in esame Napoli come area di riferimento. Qui, in media, un appartamento arredato di circa 50 mq, in una zona non troppo centrale, vale circa 600 €.

E’ vero che il mercato del fitto una diminuzione dei prezzi l’hanno subita (una volta i locatari ne avrebbero chiesti 700 di euro!), ma è cosa minima rispetto alla condizione economica reale nella quale versa la maggior parte della popolazione. Allora, perché se i prezzi degli immobili in vendita si sono ridotti, quelli dei fitti stentano ad adeguarsi? Ma soprattutto (e questo è il vero punto della nostra disquisizione), come può un giovane stipendiato permettersi certe cifre, se con il budget a disposizione deve fare la spesa alimentare, pagare le utenze, le spese vive del quotidiano e conservarsi qualcosina nel caso dovesse ammalarsi?

Facciamo insieme un calcolo approssimativo per avere una visione d’insieme di quanto detto. Lo stipendio medio di un lavoratore è di 1.200 €, il fitto di 600 € (la metà), le utenze ammontano a 150€, la spesa alimentare è di 250 €, le spese vive quotidiane di 150 €. Ecco, senza considerare l’imprevisto, ci restano 50 euro per vivere.

…Va da sé che il nostro giovane lavoratore medio non andrà mai via di casa (ammesso che una casa ce l’abbia!).

…Resto preoccupato.

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